Filippo Scroppo

Filippo Scroppo nasce a Riesi (Caltanissetta) nel 1910; le prime esperienze plastiche e pittoriche si intrecciarono con una profonda vocazione religiosa. Nel 1934, dopo soggiorni a Roma e Firenze si stabilisce a Torino, dove si laurea in Lettere e dà corso ai propri interessi artistici, culturali e ideologici. Espone per la prima volta un suo dipinto nel 1940 alla III Provinciale del Sindacato di Belle arti, a Torino.

 

Nel dopoguerra, avendo rinunciato agli studi teologici, il suo impegno si esprime nella scrittura (collabora come critico d’arte per i periodici l’Unità, Agorà, e La Fiera Letteraria), nella pittura, che è divenuta la sua principale attività, nell’organizzazione di eventi culturali e nella didattica.

Oltre che maestro nel suo studio privato, dal 1948 al 1980 insegna all’Accademia Albertina di Torino, prima come collaboratore di Felice Casorati e poi docente della Scuola libera del nudo. Assumono un valore emblematico nella sua storia umana e artistica la serie delle Mostre d’arte contemporanea di Torre Pellice, che dal 1949 raggiungono gli anni Novanta, offrendo una documentazione aperta e ricca dell’arte non solo italiana nella seconda metà del secolo scorso. Rilevante è inoltre la sua breve esperienza di gallerista: nel 1957-58 dirige con Luciano Pistoi la Galleria torinese Il Prisma.

 

Dal dopoguerra intesifica i rapporti con scrittori e intellettuali (tra cui Italo Calvino, Primo Levi, Massimo Mila, Cesare Pavese, Edoardo Sanguineti, Elio Vittorini) e artisti (tra i quali Piero Dorazio, Gillo Dorfles, Renato Guttuso, Bruno Munari, Enrico Prampolini, Atanasio Soldati, Giulio Turcato)

È protagonista attivo della scena artistica nazionale. Espone alle Biennnali di Venezia del 1948 e del 1950, alla Quadriennali romane del 1948 e del 1951. Con Casorati, Menzio, Galvano, Mino Rosso e Italo Cremona fonda la sezione torinese dell’Art Club diventandone segretario.

Nel 1949 organizza con Casorati (presidente) ed Enrico Prampolini la I Mostra Internazionale dell’Art Club in Palazzo Carignano, a Torino. Nel 1950, con Galvano, è presentato da Gianni Monnet alla libreria Salto di Milano. Nel 1951 partecipa all’esposizione Arte astratta e concreta presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e alla scelta di Astrattisti milanesi e torinesi alla Galleria Bompiani di Milano, con rilancio l’anno successivo alla Gissi di Torino. Per l’occasione pubblica con Biglione, Galvano e Parisot il cosiddetto manifesto dell’Arte Concreta di Torino. Nello stesso 1952 è invitato con cinque dipinti alla Biennale di Venezia, ove ritorna, con un manipolo di opere del tutto nuove, nel 1962; per la Quadriennale di Roma, importante presenza all’edizione del 1965.

 

Dagli anni Sessanta agli anni Ottanta sono numerose le personali, i premi nazionali e le partecipazioni a mostre estere rappresentative dell’arte italiana contemporanea, in Scandinavia, Germania, Austria, Svizzera, Principato di Monaco, Francia, Sud Africa, Stati Uniti e Australia.

Tra le retrospettive torinesi: nel 1979 la prima mostra della Regione Piemonte al Foyer del Piccolo Regio; nel 1985 la seconda mostra della Regione Piemonte al palazzo della Regione, Torino e nel 2004 la mostra postuma Filippo Scroppo un artista tra pittura e critica all’Accademia Albertina di Torino.

 

Parallelamente vengono organizzate mostre storiche che portano attenzione analitica su aspetti della vicenda artistica locale e nazionale dei quali Scroppo è stato interprete: Arte concreta a Torino, Sala Bolaffi, Torino 1970; M. A. C. a Torino, Colonia 1981; Arte a Torino 1946-53, Accademia Albertina, Torino 1983; L’Informale in Italia, Galleria d’Arte Moderna, Bologna 1983; Movimento Arte Concreta 1946/52, Civica Galleria d’arte moderna, Gallarate 1984; Alliterazioni- Dieci artisti del MAC tra ieri e oggi, Torre del Lebbroso, Aosta 1987; Scroppo periodo MAC, 1948-54, Galleria Sant’Agostino, Torino 1988.

 

Lo stesso Scroppo nelle Mostre d’Arte Contemporanea di Torre Pellice (in particolare le edizioni del 1977, 1978, 1979, 1984) si è impegnato a documentare e storicizzare la propria vicenda artistica, dagli esordi alle ultime esperienze.

Muore a Torre Pellice il 24 maggio 1993.